Termini Imerese sorge in un'area abitata sin dalla preistoria, come documentano numerosi ed importanti ritrovamenti risalenti a quel periodo. Fu fondata dagli abitanti di Himera, scampati dopo la distruzione della loro città (408 a.C.); dominio cartaginese fino alla prima guerra punica, passò poi sotto il controllo di Roma ed assunse il nome di Thermae Himerenses. Conobbe un ingente sviluppo urbanistico e la realizzazione di maestose opere come l'acquedotto Cornelio, ormai fatiscente. Nell'828 fu conquistata dagli Arabi che la ingrandirono e la migliorarono. Con i Normanni divenne una cittadina demaniale. L'imperatore Carlo V, che vi si stabilì intorno al 1540, fece edificare la prima cinta muraria oggi non più esistente.
Il Duomo di San Nicola di Bari risale al Quattrocento e fu ricostruito nel 1604. L'interno custodisce, fra l'altro, la Madonna della Mazza, 1487, statua di Giorgio da Milano, la Vergine del Ponte, di Ignazio Marabitti, e, dietro l'altare maggiore, la Vergine in Trono, scultura del Mancino e del Berrettaro, queste ultime provenienti dalla stessa ancona cinquecentesca da cui provengono le statue della facciata.
Suggeriamo anche la quattrocentesca chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, con interessante portale ogivale e, all'interno, affreschi di Nicolò e Giacomo Graffeo, XV secolo, rappresentanti Storie della vita della Santa, con iscrizioni in dialetto siciliano.
Presso la Biblioteca Liciniana, fondata nel 1800 ed ospitata presso l'ex Monastero delle Clarisse o di San Marco, sono conservate preziose pergamene, incunaboli, ed edizioni rare. Nel giardino del monastero, sono state rinvenute le rovine dell'anfiteatro romano, che poteva contenere circa 400 spettatori. Altre rovine romane, invece, sono visitabili presso Villa Palmieri; in particolare la curia e la basilica, oltre al campanile della distrutta chiesa di San Giovanni Battista (XVI secolo).
Interessanti sono anche la Chiesa di San Marco Evangelista, il Palazzo Comunale, il Museo Civico Baldassarre Romano ed i resti del castello fatto distruggere dai Borbone.