E' il comune più grande della provincia di Imperia, situato nella valle Argentina. E'composto da diverse frazioni: Bregalla, Cetta, Creppo, Goina, Loreto, Monesi, Realdo, Verdeggia, delle quali Triora è il centro principale. Trovandosi su un costone montuoso ricoperto di terrazzamenti, distante dal mare e ad una certa altitudine, ha un clima montano, ma non eccessivamente freddo perchè posto al riparo dai venti settentrionali provenienti dalla Val Padana. La frazione di Monesi offre impianti sciistici in funzione anche in primavera.
Il borgo potrebbe essere stato fondato dalle tribù dei Liguri Montani che furono assoggettati dai Romani. Sottoposto alla Marca Aleramica e a quella di Arduino d'Ivrea, divenne territorio del conte di Badalucco nel XII secolo e da quel momento strinse alleanze con i paesi vicini ed ampliò i suoi territori. Dalla seconda metà del XIII secolo Triora divenne proprietà della Repubblica di Genova e ne ottenne molti vantaggi, nonchè una certa autonomia. A quel periodo risale la costruzione di cinque fortezze e di una possente cinta muraria che salvò il borgo dal tentativo di conquista da parte dell'imperatore Carlo IV. Parte del sistema difensivo fu distrutto da Genova come ritorsione per le proteste manifestate dagli abitanti oberati dalle numerose ed esose tasse imposte dalla Repubblica. In quell'occasione fu imprigionato anche il capo delle milizie del borgo. Tuttavia, benchè i rapporti non fossero più idilliaci come un tempo, la popolazione di Triora, intorno alla fine del XIII secolo, intervenne in aiuto di Genova nella Battaglia della Meloria contro Pisa. Il paese è noto per i processi alle streghe celebrati durante il XV ed il XVI secolo. Agli inizi del XVII secolo anche i Savoia tentarono inutilmente la conquista del borgo che, qualche anno più tardi, venne in contrasto con il vicino comune di Briga per questioni legate all'esercizio del diritto di pascolo su alcuni terreni. Dopo la caduta della Repubblica di Genova e l'inclusione del comune nell'Impero francese, il Congresso di Vienna decretò il passaggio di Triora nel Regno di Sardegna. Inserito nel Regno d'Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu dato alle fiamme e semidistrutto dai Tedeschi.
Da vedere:
La chiesa di San Bernardino del XV con porticato a tre arcate sorretto da colonne e all'interno affreschi forse di Canavesio, forse di un pittore toscano del Rinascimento.
La chiesa di San Dalmazzo probabilmente fatta costruire dai Benedettini. Conserva un pregevole dipinto ritraente San Pietro Nolasco.
La collegiata dell'Assunta, forse costruita su un precedente tempio pagano, era originariamente in stile romanico a tre navate, fu modificata nel XVIII secolo ad un'unica navata. Nel XIX secolo la facciata fu ricoperta da lastre di pietra nera e le fu conferito uno stile neoclassico; della vecchia rimane solo un potale di ardesia e marmo bianco. Nel battistero è conservato un quadro di Taddeo di Bartolo probabilmente del 1397.
La chiesa di Santa Caterina d'Alessandria. L'edificio originario risaliva al XIV secolo, nel 1390 fu ricostruita dalla famiglia Capponi.
L'oratorio di San Giovanni Battista del 1632 conserva una statua lignea di Anton Maria Maragliano risalente al 1725 ed una tavola del 1682.
La chiesa della Madonna delle Grazie del XII secolo.
La chiesa di Sant'Agostino del 1614.
La chiesa di Sant'Antonio abate.
Il castello.