Situato nella parte centrale della provincia di Lecce, Melpignano è uno dei comuni appartenenti alla c.d. Grecìa Salentina, un'isola linguistica nel cuore del Salento in cui si parla una lingua grecofona, il griko. La tradizione mitologica vuole che il toponimo deriverebbe dalla musa Melpomene; molto più credibile, invece, è l'origine prediale, probabilmente dal nome di un centurione romano (Melpinius), con l'aggiunta del suffisso "-anus" per indicarne il possesso. L'area fu sicuramente interessata da insediamenti umani sin dall'Età del Bronzo, come attestano i numerosi menhir e dolmen dislocati nell'area. Dopo la colonizzazione romana, conobbe il periodo di maggiore splendore culturale durante la dominazione bizantina, che ne ha radicalmente influenzato gli usi e l'idioma. Nel 1190 il normanno Tancredi d'Altavilla assegnò il feudo a Giambattista Lettere; vari feudatari si avvicendarono nel corso dei secoli successivi, fino ai marchesi De Luca che mantennero il feudo sino al 1806, anno dell'abolizione della feudalità. Melpignano ospita in estate il più importante festival musicale dedicato al recupero ed alla valorizzazione della pizzica salentina, La Notte della Taranta.
Siti di interesse:
- i menhir ed i dolmen risalenti all'Età del Bronzo (i menhir Minonna, Candelora, Lama, Scineo, Chipuro, Masseria Piccinna ed il dolmen Specchia);
- la Chiesa Madre dedicata a San Giorgio risale al XVI secolo ma fu fortemente rimaneggiata nella seconda metà del XVIII secolo, quando assunse l'attuale veste barocca. Degni di nota sono il portale in pietra del Cinquecento, con altorilievo raffigurante San Giorgio che uccide il drago, gli altari ed i fregi di gusto barocco;
- la Chiesa ed ex Convento degli Agostiniani, uno dei monumenti religiosi più affascinanti di tutto il Salento, fa da sfondo al celebre concerto della Notte della Taranta. Edificato nel 1573, l'intero complesso fu restaurato nel 1638 su progetto di Giuseppe Zimbalo. Oggi si presenta con sontuose forme barocche.
- la piccola Chiesa dell'Assunzione della Vergine (XVI secolo), con un bel portale attribuito allo scultore Placido Buffelli, le vetrate in pietra leccese, un pregevole pavimento in mosaico e tele del XVIII secolo;
- la Cappella di Sant'Antonio abate, situata poco fuori le mura del borgo antico;
- la seicentesca Cappella di Santa Maria Maddalena;
- la Cappella di San Pietro d'Alcantara;
- la Cappella di San Michele Arcangelo (XVIII secolo);
- Piazza San Giorgio, su cui si affacciano la Chiesa Madre, la Chiesa dell'Assunzione e la Torre dell'Orologio, sfoggia una struttura porticata realizzata nel Cinquecento per accogliere un fiorente mercato settimanale che si teneva su bancali di pietra calcarea;
- Palazzo marchesale Castriota, poco distante dall'ex Convento degli Agostiniani, fu eretto nel Seicento come struttura difensiva da Giorgio Castriota-Scanderbeg che affidò il progetto all'architetto Manuli; è costituito da una larga facciata con un ordine di eleganti finestre e da un portale sormontato da un balcone su colonne.