Lecce, capoluogo dell'omonima provincia, sorge su un terreno pianeggiante, nel cuore del Salento a 11 km dalla costa adriatica ed a 23 km da quella ionica.
E' sede universitaria, dell' Arcidiocesi ed è il centro culturale più importante del Salento. L' economia della città si basa sul terziario, sull'artigianato ma anche sull'agricoltura. La produzione e la trasformazione dell'olio e del vino rivestono un ruolo importante.
Tuttavia Lecce è soprattutto una città d'arte: è stata definita "la Firenze del Sud" e gli storici dell'arte hanno definito una scuola "il Barocco leccese" con ben definite caratteristiche. Nel XVII e XVIII secolo la città, pervasa da un moto artistico e costruttivo, fu talmente tanto caratterizzata dalle sue chiese e dai suoi palazzi che ora è difficile riconoscere i segni urbani e le stratificazioni precedenti.
La materia con cui è stato forgiato il barocco in Salento è "la pietra leccese" un materiale calcareo compatto ma molto malleabile.
Impossibile citare tutti i monumenti degni di attenzione, tra questi i più importanti sono la Basilica di Santa Croce, vero simbolo del barocco leccese, il Duomo, il Castello di Lecce fatto costruire dall' imperatore Carlo V, Palazzo dei Celestini e il Seminario in Piazza Duomo.
Va detto però che il vero salotto della città è Piazza Sant'Oronzo, dedicata al Santo Patrono; qui vi è la colonna romana, che la città di Brindisi donò a Lecce, alla cui sommità è posta la statua del santo. La piazza è in parte occupata dall' anfiteatro romano databile all' epoca di Augusto.
Per quanto riguarda l' origine della città è certo che fu un florido centro messapico poi assoggettato a Roma. Dopo la caduta dell'impero fu ridotta al rango di villaggio offuscata dalla potente Otranto. Furono i Normanni a darle nuovo sviluppo, Federico II di Svevia ne fece demanio regio dandole ulteriore slancio.
Come tutta l' Italia meridionale subì le dominazioni Angioina e Aragonese e poi Spagnola. Parte del Regno di Napoli, conobbe il suo momento artistico-architettonico, quello barocco, che tanto la segneranno.