Sul toponimo non si registra concordia: per alcuni deriverebbe dal latino "viginti" (il numero venti), le miglia che separavano il centro da Alba. E' un piccolo comune in provincia di Asti, distribuito su un gruppo di colline situate tra il Monferrato e le Langhe, nel punto in cui convergono ben tre strade romane. L'abitato si sviluppa lungo un crinale sulla sponda destra del torrente Tiglione. Numerosi sono i vigneti da cui si ricava dell'ottimo Barbera.
Le colline di Vinchio hanno origini antichissime e sono ricche di reperti fossili. Il territorio fu abitato sin dalle epoche più remote come testimonia il ritrovamento di un'ascia, forse appartenuta a popolazioni di origini celtiche. Occupato dai Romani, fu reso più facilmente raggiungibile grazie al fatto che i conquistatori tracciarono un fitto reticolato di strade, tra cui quella diretta nelle Gallie. Le prime notizie sull'abitato risalgono al 935 d.C., anno in cui Aleramo, Conte di Acqui, sconfisse i Saraceni nella zona. Nel 948 il Conte di Asti cedette alcuni terreni al Vescovo dell'omonima città; nel 1125 Vinchio appartenne al Marchese Bonifacio del Vasto e, dopo un secolo circa, le terre tornarono ad Asti. Terra di confine, fu contesa tra Asti ed Alessandria. Nei primi anni del XIV secolo la zona fu sotto il controllo dei Solari e poco tempo dopo la ottenne in feudo il nobile Antonio Scarampi. Nei secoli successivi le sorti dei comuni della zona di Asti e del Monferrato furono separate da quelle di Vinchio e degli altri cinque comuni che, a differenza dei primi, dominati dai Savoia, rimasero feudi dell'imperatore Carlo V di Spagna e degli Asburgo e furono sovente attaccati dalle truppe sabaude. Nel 1736 Vinchio fu ceduto al Regno di Sardegna.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale dei Santi Marco e Vincenzo, originariamente composta da una sola navata, fu ampliata nel corso del XVIII secolo con l'aggiunta di altre due navate. Presenta affreschi sulla volta della navata più antica, un altare di epoca barocca in marmo policromo e due pregevoli dipinti, raffiguranti entrambi la Vergine, risalenti al periodo compreso tra la fine del Seicento ed i primi anni del Settecento. All'interno dell'abside una grande tela raffigurante San Marco datata 1853. Il campanile, in mattoni a vista, fu fatto costruire nel 1767.
La Confraternita della Santissima Trinità, più nota come chiesa dei Battuti, risale al XVI secolo. Originariamente ad unica navata con volta a botte, abbandonata all'incuria a lungo, è stata recentemente restaurata e rinnovata nella struttura. Il campanile risale all'Ottocento.
Le numerose chiesette e cappelle votive distribuite sul territorio.