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Pove del Grappa

Descrizione

Sul toponimo si registrano due tesi: la prima sostiene la derivazione dal latino "povoledum" (pioppeto), la seconda, invece, da "poa" (una pianta diffusa nella zona). Comune in provincia di Vicenza, posto sulla sinistra orografica del fiume Brenta, ai confini con il territorio di Treviso, l'abitato si sviluppa prevalentemente in pianura, ma il territorio comunale giunge fino agli oltre 1500 metri del Monte Asolone; la zona pedemontana offre numerosi sentieri e suggestivi scorci di paesaggio. Il paese gode di un clima particolarmente favorevole per la presenza dei monti, circostanti che lo riparano dai venti non sottraendogli, tuttavia, la luce del sole. L'economia cittadina è tradizionalmente legata all'estrazione e lavorazione del marmo del Monte La Gusella e del Praolin; una voce importante è data dalla coltivazione degli olivi e dalla produzione di ottimo olio extravergine.
Le prime notizie documentate sull'esistenza del centro sono contenute in un atto risalente all'anno 917, epoca in cui Pove faceva parte della Marca Trevigiana. Nel XII secolo fu sotto la giurisdizione di Vicenza. Fino alla seconda metà del XIII secolo condivise le vicende che interessarono gli Ezzelini. Nei secoli successivi si scontrò con il vicino comune di Romano d'Ezzelino per il dominio sul territorio.

Da vedere:

La chiesa parrocchiale di San Vigilio, edificata nel XVIII secolo e ricostruita in epoca più tarda, ha facciata neoclassica arricchita da quattro semicolonne con capitello poggianti su vistosi basamenti. Il portale è sormontato da una lunetta; domina il tutto un timpano con cornice. Il campanile, situato lateralmente, poggia su un tronco di piramide, ha base quadrata, è movimentato da lesene ed arricchito da un grande orologio, è privo di cuspide. Conserva al suo interno altari settecenteschi, affreschi ottocenteschi del De Min, un Crocifisso in legno risalente al XV secolo, pale del Da Ponte e del Bassano.
La chiesa di San Pietro, di antiche origini, fu restaurata nel XVI secolo. Ha un aspetto estremamente semplice e conserva tre altari del Seicento e pale del Settecento.
La chiesa di San Bartolomeo edificata prima dell'anno Mille.
La bastia, i cui resti sono visibili sull'omonimo monte, fu costruita dagli Ezzelini e restaurata una prima volta nella seconda metà del XIV secolo ed una seconda nel XV.
Il Museo dello Scalpellino.

Mappa

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