Il toponimo deriva dal latino ed è composto da "curtis" (corte) e "vadum" (passaggio), in riferimento al primo abitato agricolo esistente in prossimità del guado del fiume.
Comune della provincia di Pordenone, è un centro agricolo situato ai confini con il Veneto, nella parte occidentale del Friuli, nei pressi del Fiume Tagliamento, sulle cui rive si trovano alcuni mulini. Ispirò artisti come Ippolito Nievo e Pasolini. Il territorio comunale comprende tre frazioni; l'economia si basa sul terziario, sull'attività agricola e sull'industria.
La zona fu quasi sicuramente abitata sin dalle epoche più remote. Fu colonizzata dai Romani: purtroppo però non esistono documenti storici che possano essere di aiuto per la ricostruzione delle vicende che hanno interessato il centro prima dell'epoca medievale, in cui esisteva nei pressi di un guado del fiume, un vasto agglomerato con vocazione agricola. Il centro era luogo di passaggio di un'importante arteria che collegava l'Italia all'Austria e alla Germania. Per volontà vescovile l'abitato fu fortificato ed assurse a centro dei poteri ecclesiastici, civili e militari. Con il tempo si ampliò notevolmente anche grazie all'apparizione della Madonna ad un'abitante di Cordovado, avvenuta nel 1592, a seguito della quale nei primi anni del XVII secolo fu dato avvio alla costruzione del santuario.
Da vedere:
Il santuario della Madonna delle Grazie del XVII secolo si presenta a pianta ottagonale in stile barocco. All'interno un bellissimo soffitto ligneo scolpito dal Venturini, dorato e dipinto dal Ferrara. Vi si trovano opere anche del Carneo, del d'Anna, dello Zaniberti, dell'Apollonio e del Moretto e stucchi di dall'Aquila, l'altare maggiore in marmo di Carrara è del Grassi e del Comin
La chiesa di Sant'Antonio Abate a Saccudello della fine del XVII secolo è di estrema semplicità, conserva un altare settecentesco con una pala coeva ed una scultura in legno che raffigura San Nicolò.
L'oratorio di Santa Caterina del XIV secolo fu decorato da vari artisti tra il XIV ed il XVI secolo. Conserva una pala ottocentesca, una tela seicentesca del de'Soldi ed una settecentesca Sacra Famiglia.
La chiesa di Sant'Urbano del XVII secolo conserva un altare del 1741, una pala dipinta raffigurante l'Ultima Cena, realizzata da Giuseppe Buzzi, ed un dipinto settecentesco, opera di un pittore veneto.
La chiesa di Sant'Andrea del XV secolo fu ampliata con l'aggiunta di due navate laterali. Nel presbiterio e nell'abside sono ancora presenti le originarie decorazioni rinascimentali opera del Tolmezzo e del Martini. Gli altari laterali cinquecenteschi presentano dipinti del De Gobbis.
La chiesa di San Girolamo in Castello si ipotizza che sia stata costruita nel XIV secolo, all'interno un altare ligneo del XVII secolo e tracce di un affresco del Quattrocento.
La chiesa della Madonna di Campagna del XVII secolo probabilmente fu edificata su un preesistente nucleo quattrocentesco.
Il complesso conventuale dei Domenicani, costruito nel Settecento, nel secolo successivo fu acquistato da privati in lotti separati, divenendo così Palazzo Cecchini, Palazzo Mainardi, Palazzo Marzin. Gli interni sono decorati da affreschi ottocenteschi.
Villa Freschi a Madonna di Campagna del XVII secolo, originariamente era tenuta dai frati Francescani.
Palazzo Freschi-Piccolomini del XVII secolo, originariamente fu residenza del Vescovo di Concordia.
Palazzo Agricola e Palazzo Bozza-Marrubini del XVI secolo in stile rinascimentale con trifore e porticati.
Palazzo Beccaris-Nonis del XVI secolo con sottostante porticato a tre aperture.
Palazzo Cappellari risalente al 1700, ma modificato in epoca successiva.
Palazzo Soppelsa di epoca ottocentesca.
Palazzo Marzin del XVIII secolo.
Palazzo Aliprandi del Settecento.
Villa Segalotti del XVIII secolo.
Villa Provedoni.
Il castello, fatto edificare dai Vescovi di Concordia intorno all'XI secolo, fu abbattuto a metà del XIX secolo. Oggi rimane la parte esterna: il fossato, le mura, gli antichi ponti e due torri con porte.