Comune in provincia di Ascoli Piceno, situato su un colle a poca distanza dal mare, nei pressi del luogo in cui il Tronto incontra il torrente Fiobbo, il territorio comunale, oltre al capoluogo, comprende le frazioni di Villa San Pio X, Pagliare del Tronto, molto più popolosa di Spinetoli, Villa Ciarulli e Villa Palazzi.
Il rinvenimento di una necropoli del VII-V secolo a.C. e di residui di abitazioni, armi ed utensili vari prova che la zona fu abitata dai Piceni, popolo che non riuscì a frenare la colonizzazione da parte di Roma e benché in un primo momento avesse scelto di stringere un'alleanza con i Romani, fu sconfitto da questi nella battaglia di Ascoli. La zona entrò a far parte della "regione picena augustea". Caduto l'Impero, si fecero avanti i Barbari invasori, per proteggersi dai quali Spinetoli fu fortificato. Il periodo medievale vide il comune appartenere dapprima ai monaci farfensi, poi divenire territorio del Vescovo di Ascoli e tornare ai monaci in seguito. Furono anni caratterizzati da invasioni e devastazioni da parte dei Normanni e degli Svevi, da pestilenze, sismi e carestie. Nel XV secolo il borgo fu sottoposto agli Sforza e fu coinvolto direttamente nelle storiche lotte tra Fermo ed Ascoli, prima, e tra Guelfi e Ghibellini, poi. Lo Stato Pontificio perse il controllo sul territorio con l'avvento di Napoleone.
Da vedere:
La chiesa di Santa Maria Assunta, risalente al XIV secolo, con molta probabilità fu costruita sui resti di un edificio preesistente, molto più antico, dedicato alla SS. Trinità, a sua volta posto sui resti di un tempio romano. Si presenta ad una sola navata e conserva un organo ottocentesco.
La chiesa di San Rocco, di epoca cinquecentesca, conserva molti affreschi e pregevoli decorazioni.
La chiesa di Sant'Antonio risalente all'Ottocento.
La chiesa di San Paolo.
La chiesa di San Pio X.
Il santuario della Madonna delle Grazie, risalente al 1759, fu edificato su una preesistente edicola votiva che racchiudeva un'immagine della Vergine dipinta su tufo, oggetto di grande venerazione.
Il Museo della Civiltà Contadina.