Piccolo comune della Sabina, in provincia di Rieti, situato nella Vallata del Farfa, Mompeo è ricchissima di testimonianze archeologiche che attestano come, alle porte di Roma, facoltosi ed abbienti patrizi romani erano soliti costruire le proprie ville di campagna; la tradizione vuole che qui anche Gneo Pompeo avesse una propria dimora e che proprio dal noto politico romano deriverebbe il toponimo del paese.
In origine fu un'importante città sabina, nota come "Regillo", patria, tra l'altro, di Appio Claudio. Una volta annessa ai domini dell'Urbe ne seguì le sorti. Le prime notizie certe di Mompeo, dopo la caduta dell'Impero Romano, risalgono all'817, nel Regesto Farfense, quando si fa riferimento ad un "Fundum Pompeianum" di proprietà dell'Abbazia Benedettina. Dopo le invasioni saracene, il feudò passò a vari signori, tra cui gli Orsini che lo tennero fino al 1559. Divenuto marchesato, fu acquisito dai capponi di Firenze che, a loro volta, lo cedettero ai Naro di Roma. Di proprietà dello Stato Pontificio, fu annesso al Regno Sabaudo nel 1870.
Siti di interesse:
- le numerosissime testimonianze archeologiche di epoca romana, in particolare resti di ville, sepolture, urne cinerarie, cippi miliari, il ponte sul Farfa e resti di fortificazioni sabine.
- il Palazzo Baronale, realizzato dai Naro al posto dell'antica fortezza degli Orsini - della quale rimangono solo due torri incorporate nella struttura - . Dotato di viali, giardini e colonne, i piani nobili sono riccamente affrescati.
- la Chiesa della Natività, fatta edificare nel 1663 per volontà di Bernardino Naro che vi fece costruire all'interno la cappella gentilizia per custodirvi il cuore alla sua morte (mentre il corpo riposa nella cappella di famiglia nella Chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma). L'interno è in stile barocco e conserva pregevolissimi capolavori d'arte.