Il toponimo onora San Floriano, legionario romano che subì il martirio, il cui culto si diffuse dopo il VII secolo con l'arrivo in Friuli dei Longobardi. La seconda parte del nome si riferisce palesemente alla zona in cui il paese sorge. Comune in provincia di Gorizi, è situato ai confini con la Slovenia, in una posizione collinare particolarmente favorevole che consente una ideale esposizione. L'economia si basa prevalentemente sulla produzione di ottimi vini, apprezzati in ogni parte del mondo, e sulla coltivazione delle ciliegie. Notevoli anche i prodotti gastronomici, gli itinerari e le attrazioni storico-culturali.
La zona fu senza dubbio frequentata dall'uomo sin dalla preistoria; subì la colonizzazione da parte dei Romani ma le prime notizie documentate su San Floriano risalgono solo al 1170. Questi territori furono oggetto di contesa per un secolo, nel periodo compreso tra il Cinquecento ed il Seicento, tra la Repubblica di Venezia e l'Austria, entrambe interessate al controllo dell'Adriatico. Nel 1616 i Veneziani tentarono di conquistare Gradisca, che costituiva un punto strategico per l'Impero Asburgico nel territorio isontino, ed assaltarono San Floriano facendo strage dei suoi abitanti. L'anno successivo le truppe della Serenissima occuparono nuovamente il borgo e lo fortificarono per trasformarlo in un avamposto a difesa dei confini orientali della Repubblica. Nel 1623 tornò a far parte dell'Austria. Durante la Prima Guerra Mondiale San Floriano fu preso dalle forze italiane. Alla fine degli scontri il castello, che aveva ospitato un reggimento italiano, rimase gravemente danneggiato.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale, dedicata a San Floriano e piuttosto moderna, fu distrutta durante il primo conflitto mondiale. Riedificata, è caratterizzata da una facciata su cui si aprono ben cinque finestre ad ogiva ed un porticato con archi sorretti da solide colonne. Il massiccio ed alto campanile è interrotto da piccole finestre, la cella campanaria è abbellita da bifore. La struttura è sormontata da una cuspide piramidale. La chiesa custodisce al suo interno tre altari di notevole pregio e le decorazioni realizzate dal Perco.
Il castello medievale degli Ungrispach fu acquistato dai Conti Formentini di Cividale nella prima metà del XVI secolo. La struttura, edificata a scopi difensivi, costituiva parte del sistema di fortezze imperiali. Gravemente danneggiata durante la Prima Guerra Mondiale e restaurata una prima volta, fu trasformata dopo il secondo conflitto a causa del venir meno delle necessità difensive, oggi è sede del Museo del Vino e di un ristorante. Dell'antico maniero attualmente rimangono solo parti di mura e due torri.
Il castello dei Baroni Tacco, danneggiato dalla guerra, custodiva pregevoli quadri, una fornita biblioteca e mobili d'epoca.
Le numerose case medievali.