Il toponimo si deve alla presenza sul territorio comunale di un corso d'acqua. In provincia di Oristano, Riola Sardo è situato nella penisola del Sinis, in una ampia pianura, circondato su tre lati dal Rio Mare Foghe. Nei pressi del paese sono presenti diverse aree di interesse naturalistico, mentre vicino alla costa meritano una vista la falesia di Roia de su cantaru e quella di Su cuccuru mannu.
I resti archeologici giunti fino a noi provano la presenza umana sul territorio di Riola sin dall'età nuragica, mentre reperti punici attestano la conquista da parte di Cartagine. Il luogo in cui sorse il centro fu scelto perchè la presenza del fiume rappresentava un ostacolo agli attacchi nemici e contemporaneamente una difesa per gli abitanti. La zona fu colonizzata anche da Roma e fece parte della curatoria del Campidano Maggiore. Intorno all'anno 450 d.C. l'isola fu conquistata dai Vandali e, successivamente, dai Bizantini; nel tardo Medioevo fu una Villa. Durante la dominazione spagnola visse un periodo difficile a causa di carestie ed epidemie che decimarono la popolazione. Dopo che si furono manifestati deboli segnali di ripresa, si ebbe un nuovo spopolamento a causa delle frequenti incursioni dei pirati che non furono ostacolate nemmeno dalle numerose torri di avvistamento costruite nel frattempo lungo la costa. Nel XVIII secolo Riola divenne feudo del Marchese D'Arcais.
Da vedere:
La chiesa di Santa Corona, oggi ridotta a rudere, di cui non è nota la data di edificazione, ma che è certo che esistesse nel XII secolo e recentemente da alcuni studiosi è stata collegata ai Templari. L'edificio fu restaurato nel Seicento ed abbandonato nel Novecento, di esso rimane solo alcune parti della navata centrale, tra cui un elemento che era stata aggiunto in epoca successiva alla costruzione.
La chiesa parrocchiale di San Martino fu costruita nel XVI secolo su un preesistente edificio. Preceduta da una scalinata, presenta tre navate ed altrettanti portali di ingresso. La torre campanaria, unita alla chiesa, risale al Seicento. Conserva al suo interno un Crocifisso ligneo settecentesco, un coro in legno risalente all'Ottocento e delle preziose acquasantiere.
Il nuraghe Civas e Predi madau.
Casa Carta del Settecento.