Si ritiene che il toponimo provenga dal termine latino "bifurca" (biforcazione).
Comune in provincia di Belluno, situato alle pendici del Monte Antelao e circondato da montagne di roccia rosa, a poca distanza dal confine austriaco, Borca di Cadore è un centro di soggiorno apprezzato sia in estate che in inverno. Qui, infatti, è possibile dedicarsi a svariate attività, dalle salutari passeggiate nei boschi, magari alla ricerca di funghi, alla pesca ed allo sci di fondo nella frazione di Villanova. È un ottimo punto di partenza per raggiungere San Vito di Cadore e Cortina d'Ampezzo.
È opinione comune che il Cadore fu abitato dai Celti, dagli Euganei, dai Galli Insubri e colonizzato, successivamente, dai Romani. Caduti questi, si avvicendarono diversi popoli, tra cui Eruli, Ostrogoti, Bizantini e Longobardi. Nel VI secolo d.C. la regione fu parte del Ducato del Friuli, poi fu sotto il dominio dei Carolingi, dei Duchi di Carinzia ed infine dei Patriarchi di Aquileia che lo concessero in feudo ai Da Camino. Intorno all'XI secolo si costituì la Comunità Cadorina. Le prime notizie documentate circa l'esistenza del paese risalgono al 1331. Dal XV secolo divenne territorio di Venezia e condivise le vicende storiche dell'intera provincia bellunese, compresa l'invasione da parte delle truppe francesi guidate da Napoleone. L'imperatore dei Francesi dispose lo scioglimento della Comunità del Cadore e la creazione dei comuni. Nel 1822 Borca fu diviso dal comune di San Vito e dichiarato amministrativamente autonomo.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale dei Santi Simone e Taddeo, già citata nel XIV secolo, fu parzialmente distrutta da una frana nella prima metà del XVIII. Presenta una faciata molto semplice e tetto a capanna. Il campanile a base quadrata possiede una cella campanaria con aperture ad arco, è sormontata da un basso tamburo e da un terminale a cipolla. La struttura è interrotta da una serie di feritoie e da un orologio. Custodisce un prezioso organo settecentesco ed importanti opere pittoriche.
La chiesa di San Rocco a Cancia è affiancata da un campanile a base quadrata interrotto da belle bifore e sormontato da un terminale a cipolla.
La chiesa di Nostra Signora del Cadore, situata nel villaggio Eni, fu progettata dall'architetto Gellner a metà del XX secolo.
Il Museo Naturalistico Olimpia Perini.