Il toponimo non registra opinioni concordi: per alcuni deriverebbe dal latino "V legio" (quinta legione), per altri dalla composizione delle due parole "ol" ed "esin" (collina sul fiume Ticino), altra tesi sostiene, invece, la provenienza da "ulivetum" (oliveto).
E' un comune in provincia di Novara, situato a metà strada tra il capoluogo ed il Lago Maggiore, su una collina dalla quale è possibile ammirare uno straordinario panorama sulla pianura circostante. Nella zona est, in un punto ove il terreno è particolarmente scosceso, in epoca medievale furono edificati dei bastioni. Il centro è dedito prevalentemente all'agricoltura, in particolare alla coltivazione delle viti ed all'allevamento dei bovini. È sede da circa sessant'anni di un importante Carnevale.
La zona fu abitata da tribù di origine celtico-ligure, sconfitte dai Romani, che si stabilirono in questi luoghi e la cui presenza è testimoniata, non solo dalla caratteristica struttura dell'abitato, ma anche dal ritrovamento di numerosi reperti dell'epoca. Con la caduta dell'Impero romano ed il conseguente stato di disordine ed insicurezza che ne conseguì, giunsero Longobardi, Ungari e Saraceni. Contro gli attacchi ed i saccheggi di questi ultimi fu edificato un castello, i cui resti sono ancora oggi visibili. Fu sotto il controllo dei Conti di Biandrate, di Novara e dei Visconti; poi, sotto gli Sforza, si rese autonomo da Novara. Dalla seconda metà del XV al XIX secolo fu sotto la giurisdizione del Conte Bolognino. Nel XVI secolo fu occupato dagli Spagnoli. Durante la Guerra dei Trent'anni e la Seconda Guerra del Monferrato, a causa della sua particolare posizione, la cittadina fu interessata direttamente dal conflitto. Infine passò ai Savoia, salvo la parentesi ottocentesca.
Da vedere:
Il santuario dell'Assunta a Loreto, edificato tra il XVI ed il XVII secolo, inglobando una preesistente cappella, all'interno della quale si trova un affresco raffigurante la Madonna di Loreto
La chiesa dell'Annunciata della seconda metà del XVII secolo conserva al suo interno cinque altari, il maggiore dei quali arricchito da una pala raffigurante l'Annunciazione.
La parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, risalente alla seconda metà dell'Ottocento, si trova nel punto più elevato del paese, sul luogo in cui sorgeva una preesistente chiesa. È in stile neoclassico, preceduta da pronao e timpano, con tre navate e altrettante absidi. Conserva una tela raffigurante l'Immacolata Concezione del Mazzucchelli ed una pala del Lanino.
La pieve di San Michele, già documentata intorno all'anno Mille, con facciata suddivisa da lesene, si presenta a tre navate, in stile romanico con tre absidi. Particolarmente pregevoli gli affreschi all'interno.
L'oratorio di Santa Maria a Galnago, ricostruito nel XIVsecolo, ha una sola navata terminante con un'abside risalente ad epoca precedente, XIII secolo. All'interno affreschi del XV e XVI secolo.
L'oratorio della Natività di Santa Maria a Gaggiolo in stile romanico con all'interno pregevoli affreschi.
L'oratorio di Santa Croce del Seicento.
L'oratorio del SS. Nome di Gesù.
L'oratorio di San Cristoforo.
L'oratorio di San Donato.
Palazzo Bellini, ristrutturato alla fine del XVIII secolo, si presenta in stile neoclassico, decorato da stucchi e dipinti eseguiti tra il XVIII ed il XIX secolo.
La Torre campanaria, un tempo parte del castello, è il frutto di costruzioni successive. La base risale probabilmente all'epoca romana, la parte centrale è in stile romanico, infine la cella campanaria fu realizzata nel 1840.