Situato su un altipiano a circa 300 metri s.l.m., da cui si gode un panorama mozzafiato della sottostante Piana di Gela, Niscemi è un comune della provincia di Caltanissetta, il cui toponimo deriva dall'arabo "nasciam" (olmo).
Sebbene l'area fosse stata abitata sin dal periodo siculo, come attestano le tombe e le necropoli risalenti al XIII secolo a.C., le prime notizie documentate risalgono al XVII secolo, quando nel 1626 Giuseppe Branciforte ottenne da Filippo IV la "licentia populandi" e, l'anno successivo, il titolo di principe di Niscemi. La tradizione popolare, tuttavia, lega la nascita del centro collinare al miracoloso ritrovamento del quadro della Madonna del Bosco, da parte di un pastore locale, nel luogo chiamato dell'Acqua Santa. In seguito al rovinoso terremoto del 1693, l'intero centro abitato fu ricostruito mantenendo intatta la tipologia urbanistica a pianta ortogonale con evidenti influssi islamici.
Attrazioni:
- i resti di una mansio romana (stazione di sosta) di epoca imperiale e di un complesso termale in contrada Pitrusa;
- la Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria d'Itria, fu ricostruita a partire dal 1742 su progetto dell'architetto messinese Giuseppe La Rosa, in stile barocco, dopo che il preesistente edificio andò rovinosamente distrutto in seguito al terremoto del 1693. L'interno fu decorato tra il 1863 ed il 1864; il portale in bronzo è di Yosef Hermann Runggaldien di Ortisei. Sulla facciata si notano quattro nicchie contenenti le statue degli evangelisti Giovanni e Marco e degli apostoli Pietro e Paolo.
- la Chiesa di Sant'Antonio, ricostruita dopo il 1746, dopo il terremoto del 1693, è a pianta rettangolare, a navata unica con torre campanaria posta sul lato posteriore dell'edificio.
- la Chiesa dell'Addolorata, in stile barocco, edificata nella seconda metà del XVIII secolo, ad opera dell'architetto Silvestro Gugliara di Caltagirone. E' a navata unica con portale ad arco; la facciata è un'armonioso alternarsi di intonaco chiaro della muratura e pietra scura, la cui convessità è rimarcata dalle quattro lesene laterali e ripresa nella cella campanaria.
- la Chiesa di Santa Maria della Grazia, ricostruita nel 1733, è a navata unica con volta a botte e decorazioni a fresco in stile barocco. La facciata è tripartita e presenta, all'ultimo piano, la cella campanaria, mentre, nella parte centrale, una nicchia con la statua di San Gaetano.
- la Chiesa della Madonna del Bosco (XVIII secolo), dalla pianta ellittica allungata, la cui costruzione è legata al miracoloso ritrovamento del quadro della Madonna su un telo di seta ad opera di pastore locale.
- la Chiesa di San Francesco con relativo chiostro quadrilatero, al centro del quale vi è un pozzo a pianta poligonale.
- il Palazzo del Municipio, in stile neoclassico;
- il belvedere ("u tunnu", ossia "la rotonda"), in stile barocco, da cui si gode una vista spettacolare sulla Piana di Gela e sulla vallata del fiume Maroglio;
- il Museo della Civiltà Contadina;
- il Museo Naturalistico;
- Palazzo Branciforte, fatto costruire da Margherita Branciforte, duchessa di Mondragone, nel 1824;
- la Riserva Naturale della Sughereta di Niscemi.