A metà stada tra Lucca e Pisa, lungo il corso del torrente Zambra, sorge Calci, comune della provincia di Pisa il cui toponimo deriverebbe, con molta probabilità, dalle parole latine "calx" e "calcis", con riferimento alle abbondanti cave di pietra situate nei suoi dintorni. Il primo nucleo abitativo, di epoca romana, si chiama "Locus Calcis" e sorge proprio per avviare lo sfruttamento delle preziose risorse minerarie. La valle al centro della quale si sviluppa il borgo è presto disseminata di pievi, conventi, casolari e, anche per via dei suoi affascinanti oliveti e boschi di castagni, assume la denominazione di Valle Graziosa. Calci è stata da sempre fedele alla Repubblica Pisana e con essa trascinata nella disfatta del XVI secolo, con la conseguente annessione al Granducato di Toscana dominato dai Fiorentini.
La bellissima pieve di San Giovanni ed Ermolao, capolavoro del Romanico pisano, fu rimodernata ed ampliata nei primi anni del Seicento su progetto di Cosimo Pugliani. All'interno sono conservati pregevoli dipinti del pisano Aurelio Lomi, un dipinto su tavola di Cecco di Pietro ed un frammento di croce dipinta duecentesca.
La Certosa di Calci, al centro della Valle Graziosa, è uno dei complessi monastici più grandi della Toscana. Oggi è sede del Museo di Storia Natuarle e del Territorio. La Certosa viene fondata nel maggio del 1366 dall'Arcivescovo di Pisa Francesco Moricotti. L'attuale aspetto si deve però soprattutto ai lavori svolti tra il 1764 ed il 1797 dal priore Alfonso Maria Maggi, grazie al quale molti pittori vengono chiamati a decorare gli ambienti vecchi e nuovi con i loro affreschi.