Questo piccolo centro del crotonese mantiene ancora intatte le testimonianze preziose di un passato ricco di storia e cultura. Le origini del borgo risalgono agli Enotri, abitanti della regione nel IX secolo a.C., mentre nell'VIII-IX secolo d.C. Santa Severina diviene un importante centro bizantino. Di questa presenza è rimasta traccia nel caratteristico quartiere bizantino, scavato nella roccia, chiamato Grecia, e nel castello di epoca normanna sorto sull'antico "kastron". Con la dominazione normanna il paese ottenne il titolo di città regia ela popolazione, di origine e rito greco, andò man mano latinizzandosi. Diverse furono le famiglie che ne detennero il potere feudale: la più importante fu quella dei Gruther che dal 1691 al 1806 furono i signori di Santa Severina.
Il tessuto urbano mantiene la sua struttura medievale di piccolo centro arroccato su di un colle scosceso: sulla cima del colle sorge la mole imponente del castello mentre la Cattedrale di Santa Anastasia sorge sulla bella piazza principale.
Da visitare:
- la piazza principale, recentemente pavimentata, presenta una forma ellittica caratterizzata da una rosa dei venti al centro e da una decorazione simbolica, rappresentante i pianeti, simboli alchemici con i simboli dell'oro e dei metalli, cui sono collegati quelli del tempo e delle stagioni.
- il castello è uno dei esempi migliori, ancora molto ben conservato, di architettura militare normanna in Calabria. Edificato sul "kastron" bizantino, fu ristrutturato nel 1496 ad opera di Andrea Carafa, l'allora signore di Santa Severina. Intorno alla metà del XVI secolo furono realizzati i merli della massiccia cinta muraria, con un ponte in muratura, gettato sul profondo fossato che circonda il castello a scopo difensivo. Nel XVIII secolo, sotto i Gruther, il nucleo centrale del mastio venne trasformato in residenza signorile e il piano nobile ridecorato con dipinti murali del pittore Francesco Giordano. Il castello ospita il Museo Archeologico dei Castelli e delle Fortificazioni in Calabria, con reperti dell'età del Bronzo, del periodo classico, bizantino, svevo e angioino, nonché un percorso sull'evoluzione architettonica della struttura del castello.
- la Cattedrale di Sant'Anastasia, simbolo del potere religioso contrapposto a quello politico del castello. Della sua fondazione, risalente al 1274 rimane ben poco, dopo i rifacimenti del 1705 e del secolo scorso. Uno fra i pochi elementi originali rimasti è il portale, opera di scalpellini meridionali. Notevoli sono anche gli altri portali in pietra intagliata da artigiani roglianesi del primo '700, così come gli altari marmorei policromi seicenteschi.
- il Battistero, adiacente alla Cattedrale, gioiello di arte bizantina, è il più antico monumento bizantino in Calabria. Eretto tra il VII ed il IX secolo, probabilmente come "martyrium,", mostra una pianta circolare con croce greca inscritta, una cupola a ombrello e un cupolino più piccolo di forma cilindrica. Le otto colonne interne sono sicuramente di epoca classica e su alcune di esse sono ancora visibili iscrizioni in greco.
- il Museo Diocesano, situato nel palazzo arcivescovile, accanto alla Cattedrale, e conserva una delle più importanti raccolte di arte sacra esistente in Calabria.
- la Chiesa di Santa Filomena (o di Pozzoleo), situata alle spalle del castello. La sua fondazione risale all'XI secolo e mostra un impianto bizantino. Il nome è legato ad un'antica leggenda, secondo cui un bambino, caduto in un pozzo, fu miracolosamente salvato dalla Madonna. All'esterno si aprono due portali gemelli, di ascendenza normanna.