Piccolo borgo della provincia di Cosenza, Altomonte, circondato dall'imponente catena montuosa del Pollino, in epoca romana era ricordato da Plinio il Vecchio col nome di "Balbia", famosa per il vino Balbiano. Successivamente, nel 1065, il toponimo è mutato in quello di derivazione araba "Brahalla" per ricevere, infine, nel 1352, l'attuale nome di Altomonte, per volere della regina Giovanna.
L'abitato, formatosi per motivi difensivi, è situato su un colle che si estende dall'altopiano del fiume Impiso fino alle valli delle fiumare Fiumicello e Gronde. Ha mantenuto intatta la sua impostazione medievale con le case addossate le une alle altre e vicoli stretti. Caratteristici sono i portali in pietra del XVII-XIX secolo, realizzati da abili scalpellini locali.
Siti di interesse:
- il castello, arroccato sulla cima del colle, il cui impianto originale è articolato attorno alla modesta corte centrale ed è il risultato di successive addizioni edilizie che hanno progressivamente ampliato e trasformato l'originario nucleo del XII secolo attiguo alla Torre Palotta, eretta dai Normanni intorno al 1050, fino al ciglio della rupe;
- il complesso monumentale della Chiesa della Consolazione e del convento domenicano, una delle più importanti testimonianze del periodo angioino in Calabria. La Chiesa, costruita all'incirca nel 1336, passò nel 1443 ai domenicani che ivi fondarono un monastero, successivamente ampliato nel XVI secolo. Gli interventi di riqualificazione barocca dell'interno sono stati cancellati nel corso di un restauro avvenuto nel secolo scorso, mirante a restituire all'edificio il suo aspetto medievale. La facciata della chiesa ha conservato le linee originarie con rosone a 16 colonnine e cornice marcapiano. Il portale dell'ingresso è caratterizzato da battenti lignei datati 1580, mentre a destra un portale con arco acuto e stucchi del '500 dà accesso alla Cappella del Battistero.
Tra le testimonianze più antiche ricordiamo il Monumento funebre di Filippo Sangineto (1350) che mostra le Virtù Teologali sorreggenti il sarcofago sul quale è disteso il defunto. Ricordiamo, inoltre, che presso il convento dei domenicani vi soggiornò il famoso filosofo Tommaso campanella, tra il 1558 ed il 1589.