Ruvo di Puglia, il cui toponimo deriva da Rhyps che in seguito fu trasformato in Rubis e poi Ruvo, è immersa nel bucolico paesaggio del Parco dell'Alta Murgia, tra uliveti, macchia boschiva e valli carsiche. Centro peuceta, ha raggiunto il suo massimo sviluppo tra il V ed il III sec. a.C.; divenne, poi, municipium romano distrutto dai Goti nel V sec. d.C.. Ricostruito e fortificato dai Normanni, fu in seguito unito alla contea di Conversano. Seguì, infine, le sorti del Regno di Napoli, subendo le dominazioni degli Angioini e degli Aragonesi.
La Cattedrale romanica, realizzata tra il XII ed il XIII secolo, è caratterizzata da spioventi estremamente inclinati che imprimono uno slancio verso l'alto all'intera struttura. Il portale centrale è ornato con decorazioni vegetali, zoomorfe ed antropomorfe. Nella parte superiore si aprono una bifora e un grande rosone, di probabile origine rinascimentale. L'interno è diviso in tre navate con pilastri di diversa fattura.
Infine suggeriamo una visita all'interessantissimo Museo Archeologico Nazionale Jatta, ospitato nell'omonimo palazzo in stile neoclassico, raccoglie pregiati esemplari dei più noti ceramografi e pittori greci e apuli. Nella prima sala sono conservate terrecotte figurate e architettoniche, trozzelle daunie e vasi a vernice nera con decorazione sovradipinta. Nella seconda sala si può osservare il grande cratere a mascheroni con la raffigurazione del mito della morte dei Niobidi, opera del pittore di Baltimora. La terza sala è nota per essere "la stanza dei rhità", boccali con decorazione plastica a forma di anomali, vanto del Museo per numero e varietà. Nell'ultima sala è collocato il più importante vaso della collezione: il cratere a volume attico, a figure rosse, del pittore Talos, datato nell'ultimo quarto del secolo V a.C.