Il toponimo deriva dagli Agamini, un gruppo di Celti che si era stabilito nella zona. E' un comune della provincia di Novara, situato lungo la strada che collega Novara alla Valsesia, all'imbocco della valle, sulla riva sinistra del fiume Sesia, circondato da vigne e boschi. Diviso in quattro rioni, è famoso non solo per aver dato i natali nel 1798 al celebre architetto Alessandro Antonelli, ma anche per il vino, che rappresenta la maggiore fonte di reddito, le industrie tessili e la produzione di miele. Offre gradevoli passeggiate per i sentieri campestri che si snodano lungo le colline.
La zona fu abitata sin dal Neolitico come si evince dai reperti ritrovati sulle colline (oggetti e resti di capanne). Fu centro di notevole importanza durante la dominazione romana: l'unico "pagus" del novarese di cui si hanno notizie certe. Il ritrovamento di numerosi reperti dell'epoca provano che vi si praticava oltre all'attività agricola anche il commercio. Durante l'anno Mille vi risiedeva il marchese Viberto d'Ivrea. Durante il Medioevo vi ebbe sede il vicario dei Guelfi novaresi e successivamente vi si insediò un rappresentante del marchese del Monferrato. A partire dal XV secolo fu scelto come residenza da molte famiglie milanesi e novaresi. A Ghemme, nel 1467, fu concluso l'omonimo trattato di pace tra il duca Sforza di Milano e Filippo di Savoia. Nel periodo compreso tra il XV ed il XVIII secolo fu feudo dei Bergamino, dei Tettoni, degli Homodei, dei Modegnani e del marchese di Ghemme, Benedetto di Savoia.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale, dedicata a Maria Assunta, è di origine seicentesca. Presenta pianta a croce latina con volta a botte, è arricchita da stucchi barocchi ed affreschi del Settecento di Giovannini e Del Bianchi. Conserva numerose opere d'arte, tra cui: l'altare maggiore in marmi policromi e bronzo, una tela del 1745 situata sulla parete di fondo del coro, opera di Pianca, nella cappella di San Saverio affreschi di Giovanni Antonio De Groot, nelle cappelle laterali gli affreschi dei Perracino risalenti al XVIII secolo, statue di Sella e di Ardia ed un Cristo quattrocentesco. Nell'oratorio della Confraternita di Santa Marta sono presenti affreschi cinquecenteschi di Giulio da Milano. Il campanile risale al seicento, fu sopraelevato nel XIX secolo.
Lo Scurolo della Beata Panacea, annesso alla chiesa, è opera dell'architetto Alessandro Antonelli, a cui Ghemme ha dato i natali, famoso per la Mole di Torino. Eretto tra il 1864 ed il 1875, conserva affreschi di Toni e Morgari, vetrate policrome del Bertini. Conserva le spoglie della Beata Panacea in due urne: una seicentesca ed una ottocentesca.
La chiesa di San Rocco, situata nella piazza del castello, fu edificata come ex voto dopo la peste del 1630. E'abbellita da affreschi e da una tela del Perracino con Madonna e Santi, conserva anche un prezioso altare in legno ed un trono processionale prodotto su disegno dell'Antonelli.
La chiesa di San Fabiano, piccolo oratorio edificato nel 1681. Presenta volta a botte, un grande affresco quattrocentesco raffigurante la Crocifissione, opera del pittore Bartolonus.
Il Castello-Ricetto è un borgo fortificato con una superficie di 12.000 chilometri quadrati, ricrea con i suoi vicoli e le antiche case un'atmosfera quattrocentesca molto suggestiva. Vi abitò Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano durante le trattative di pace con i Savoia.
Il Giardino Gianoli, tipico esempio di giardino ottocentesco con pregevole fontana in marmo, torre in stile neogotico. Ospita manifestazioni teatrali e musicali.
Il Castello di Cavenago, di origine cinquecentesca, sorge su una collina. Nei secoli XVII e XVIII fu residenza di campagna dei milanesi Cavenaghi, successivamente del marchese Allevi. Conserva solo quattro dei tre torrioni angolari originari ed un piccolo oratorio con affreschi settecenteschi dedicato a Santa Rosa da Lima.