Comune della Marsica, in provincia de L'Aquila, Tagliacozzo è situato sulle pendici settentrionali dei monti Simbruini, al confine con il Lazio. Il toponimo deriverebbe da "talus" (taglio) e "cotium" (roccia), per cui "taglio nella roccia", ad indicare lo sviluppo dell'insediamento urbano in mezzo alla fenditura che divide il monte.
Il territorio fu abitato dai Marsi e dagli Equi; tuttavia le prime notizie documentabili risalgono al XII secolo. Nel 1173 il borgo è sotto il dominio dei De Pontibus, passando, poi, agli Orsini ed, infine, ai Colonna.
Da vedere:
- i resti del castello, situato alle pendici del monte Civita, e realizzato nell'XI secolo sui resti di un'antica fortificazione degli Equi;
- le antiche porte di accesso alla città (Porta Romana, Porta Valeria, Porta San Rocco, Porta Da' Piedi e Porta Corazza);
- Palazzo Ducale, capolavoro d'arte cittadina risalente al XIV secolo, con finestre istoriate, bifore, sale ornamentali, scaloni e la cappellina;
- il Teatro Talia, inizialmente convento benedettino soppresso nel 1652 e convertito in teatro nel 1686;
- Piazza Obelisco;
- la Chiesa di Santa Maria del Soccorso, citata in una bolla di papa Pasquale II del 1115, ha subito rimaneggiamenti nel corso dei secoli successivi;
- la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, con annesso monastero, una delle chiese più antiche del paese e dell'intera regione, risalente all'VIII secolo. Si presenta in stile romanico ed appartenne per molti anni ai Benedettini di Montecassino;
- la Chiesa di San Francesco, con annesso convento, ricostruita nel XIII secolo ed impreziosita dagli Orsini e dai Colonna. Splendida la facciata con un antico portale ed un rosone gotico, mentre l'interno, semplice ed austero, presenta numerosi e pregevoli lavori in bronzo e legno;
- la Chiesa della Misericordia, dedicata a San Giovanni decollato, è sede territoriale dell'Ordine dei Cavalieri di Malta;
- il Santuario di Maria Santissima dell'Oriente, risalente al XIII-XIV secolo e situato nelle immediate vicinanze del paese. Vi è venerata un'immagine sacra miracolosamente scampata alla furia iconoclasta di Leone III Isaurico.