Definita la "fata delle Dolomiti", Moena (Moena in ladino) è il centro più importante della Val di Fassa, sia dal punto di vista demografico, che commerciale ed amministrativo; è situato in una splendida conca verdeggiante, a presidio della Valle, e circondata da alcuni dei più bei gruppi dolomitici, tra cui il Catinaccio, il Latemar ed il Sella. Strettamente legata alle antiche tradizioni ladine, come tutti gli altri centri della Val di Fassa, Moena è una località di soggiorno ideale in ogni periodo dell'anno: in estate, infatti, numerosi sono i percorsi ed i sentieri a contatto con la natura che possono essere scoperti sia a piedi che in mountain bike; in inverno, invece, gli appassionati della neve potranno cimentarsi lungo le piste dello Ski Area Lusia, Ski Area San Pellegrino, con i collegamenti del carosello sciistico Tre Valli.
Il ritrovamento di tracce di insediamenti umani risalenti al Mesolitico nonché resti di castellieri di epoca retica (questi ultimi particolarmente frequenti nei comuni contigui), ci permette di affermare che la Valle era già abitata prima della venuta delle truppe romane. Dopo la caduta dell'Impero Romano, si alternarono al potere Longobardi e Franchi e, proprio al periodo carolingio, risalirebbe la fondazione delle pievi: in particolare Moena dipendeva dalla Pieve di San Giovanni di Fassa, a sua volta legata alla Diocesi di Bressanone. Tuttavia nelle fonti scritte del 1164 appare chiaramente che Moena all'epoca fosse sottoposta alla Diocesi di Trento. Per lungo tempo la comunità della Val di Fassa godette di una discreta autonomia, potendo gestire in maniera quasi autonoma le proprie risorse; con l'avvento di Napoleone, le secolari regole e le istituzioni furono sostituite dai comuni. Passò sotto il controllo dello Stato italiano solo dopo la Prima Guerra Mondiale.
Protagonista di molte delle più prelibate ricette locali è il Puzzone di Moena, un formaggio premiato con il Presidio Slow Food.
Siti di interesse:
- la Chiesa di San Vigilio, consacrata dal principe-vescovo di trento, Adalpreto II, nel 1164, domina il paese col suo campanile gotico. Al suo interno, tra le tante opere, spicca l'altare maggiore dell'artista moenese Valentino Rovisi, allievo del Tiepolo.
- la Chiesa di San Volfango, l'edificio più antico del paese secondo la tradizione, conserva al suo interno un pregevolissimo ciclo di affreschi quattrocentesco, riportato alla luce durante gli ultimi lavori di restauro;
- il suggestivo centro storico con gli edifici antichi (Casa Ramon e Casa del Dazio).
- la Bottega del Pinter (la bottega del bottaio), laboratorio del bottaio Domanico Dellantonio, oggi adibito a museo in cui è possibile ammirare i lavori e l'attrezzatura.