Ai confini tra le province di Trento e Bolzano, nella Val d'Adige, Roverè della Luna (Eichholz in tedesco) è un comune della provincia di Trento, situato nel punto d'incontro tra l'area linguistica italiana e quella germanofona. Immerso in uno splendido paesaggio naturale, caratterizzato da rigogliosi boschi, filari regolari di viti e alberi da frutto, l'abitato si dispone lungo l'area detritica trasportata dal Rio Favogna; l'origine del toponimo farebbe riferimento ad un'ansa a forma di mezza luna del Rio Favogna, in prossimità di un bosco di roveri.
L'area fu interessata da insediamenti umani sin dall'Età del Ferro, come testimoniano i numerosi ed interessanti ritrovamenti riportati alla luce in località Feldi, Lomeri e Novalet; resti di edifici, monete e, in particolare, necropoli tardo-romane, invece, permettono di affermare con assoluta certezza la romanizzazione dell'area. I primi documenti scritti da cui si deduce l'esistenza del borgo risalgono al XIV secolo, quando il conte Enrico di Tirolo cedette ai suoi ministeriali le terre per farle disboscare da coloni tedeschi; l'abitato che si andò man mano a costituire fu, dapprima, sotto il controllo della famiglia dei Metz e, successivamente, dei Firmian; dal punto di vista ecclesiastico, invece, dipendeva dalla pieve di Mezzocorona.
Il territorio di Roverè della Luna è fortemente votato all'attività agricola (frutta e viti, in particolare) ed artigianale, offrendo al visitatore la possibilità di intraprendere indimenticabili passeggiate all'aria aperta, a contatto con la natura, lungo l'alveo del Rio, nonché di visitare le numerose cantine vinicole della zona.
Siti di interesse:
- la suggestiva Cappella di Sant'Anna, situata nella piazza principale di Roverè della Luna, a lato della Chiesa di santa Caterina d'Alessandria. Menzionata per la prima volta nel XVI secolo, in occasione della concessione agli abitanti del paese, da parte del principe-vescovo di Trento, di costruire un cimitero nei pressi della cappella, si compone di un ambiente quadrangolare con volta, coperto da tetto a spiovente. Sono ancora ben visibili tracce di affreschi sia all'interno dell'edificio che sulla facciata sui cui insiste anche lo stemma della famiglia dei Firmian, scolpito in pietra rossa di Trento.
- la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, ricostruita tra il 1859 e dil 1861 su progetto dell'ingegnere Luigi de Eccher da Mezzocorona; all'interno vi sono pregevolissime tele sei-settecentesche. Sul campanile è murata la lapide sepolcrale del barone Guglielmo Baldessari von Löwenfeld, consigliere aulico ad Innsbruck, morto nel 1700.
- Palazzo Vigili de Kreutzenberg, il cui nucleo originario è, con molta probabilità, costituito da maso Gartner von Sommerfeld. La facciata è caratterizzata da una successione ordinata di finestre inferriate, secondo l'uso tedesco, mentre due bifore si aprono sul lato est ed ovest dell'edificio. I saloni dei due piani sono riccamente affrescati.