Dimaro è un comune della provincia di Trento, situato in val Sole, all'imbocco della Val di Meledrio, ai piedi delle Dolomiti di Brenta ed a breve distanza dalla rinomata località sciistica di Madonna di Campiglio. Sorge su un pianoro protetto e soleggiato, lungo le sponde del torrente Noce, in un'area ricca di verde e ben attrezzata per percorsi a piedi e in mountain bike lungo i ben tenuti sentieri montani, ideale anche per praticare il trekking, il rafting ed escursioni fino alla malga di Dimaro, situata di fronte al Gruppo di Brenta, dove è possibile gustare specialità gastronomiche locali, quali salumi e formaggi.
Il ritrovamento di una spada bronzea e di una moneta risalente al periodo di Antonino Pio, permette agli storici di affermare che l'area su cui sorge Dimaro fosse già abitata in epoca pre-romana e romana. Il toponimo è attestato per la prima volta nel 1211 come "Imaio". Sono scarse e frammentarie le notizie storiche documentate sul paese: si sa, ad esempio, che fece parte del Principato-Vescovile di Trento e che, nel 1894, con molta probabilità dimorò in un albergo del luogo l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe e la consorte Elisabetta d'Austria. In età medievale e moderna fece parte della Pieve e Gastaldia di Malè, per poi dipendere durante il governo austriaco dal Giudizio Distrettuale di Malé. L'importanza del paese, a controllo della via di Campiglio, è segnalata dall'esistenza dell'antica casa del Dazio, appartenuta nel XVI secolo ai nobili de Mazzis.
Per gli amanti degli sport invernali, le piste della stazione sciistica Folgarida-Marilleva sono una tappa obbligata.
Siti di interesse:
- la Chiesa di San Lorenzo (XV secolo), con facciata a capanna, unica navata interna divisa in campate, resti di affreschi di epoca carolingia nel presbiterio ed affreschi di Giovanni e Battista Baschenis nella zona absidale.
- la settecentesca Chiesa di San Giovanni Battista, nella frazione di Carciato, in sostituzione di un piccolo oratorio costruito tra il Cinquecento ed il Seicento;
- le splendide fontane in pietra.
- la c.d. Casa del Dazio, con grande affresco seicentesco sulla facciata, raffigurante lo stemma della nobile famiglia dei De mazzis, a cui era stato affidato il palazzo dalle autorità trentine.